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Era il 21 ottobre 1959 quando l'edificio creato dal famoso architetto Frank Lloyd Wright (1867-1959) venne aperto al pubblico; da allora, sono passati cinquant'anni, durante i quali questo museo ha conquistato un posto di prestigio tra i protagonisti della scena architettonica newyorkese. La sua raffinata forma a spirale rovesciata, in una elegante successione di pieni e di vuoti, di luce e di ombra, è di fatto entrata a far parte, a ragione, della storia dell'architettura contemporanea. Il progetto nasce dall'unione tra l'estro creativo del più innovativo architetto d'America e Solomon Robert Guggenheim, ricco filantropo ed entusiasta sostenitore dell'arte contemporanea.

Si tratta sicuramente di uno degli impianti più originali che la storia della museografia abbia mai conosciuto: una struttura che, come dice il suo ideatore, "cresce e crescendo si costruisce, lo spazio è semplicemente la sua zona vitale, il suo costituirsi in una dimensione". Viene quindi rinnegata definitivamente la sovrapposizione passiva di piani che, al contrario, paiono scaturire l'uno dall'altro seguendo il movimento ascensionale della spirale. Il visitatore non si trova così ad avvicinarsi all'opera d'arte attraverso sezioni separate ma compie all'interno dell'edificio un percorso, una passeggiata continua che parte dall'alto e procede verso il basso fino al ricongiungimento con lo spazio urbano dal quale è partito. Wright ha così trovato una soluzione innovativa risolvendo in maniera del tutto originale il problema centrale di un museo: la fruizione dell'opera d'arte.

Chiara de Angelis

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